martedì 28 aprile 2020

5G che fare?

Ecco alcune indicazioni per evitare gli smartphone che trasmetteranno in 5G.
Il consumatore ha un grande potere nelle mani; se non acquista gli Smartphone, il 5G non potrà mai funzionare.


https://www.inside-digital.de/ratgeber/diese-5g-smartphones-kommen-2020

Signori se state a dormire tolgono il verde dalle vostre città.
É ora di insorgere contro i comuni che abbattono gli alberi per dare spazio alla tecnologia 5G.
E poi: ragazzi vi indignate senza muovere un dito, e senza parola proferire verso chi si rende responsabile dello scempio nelle nostre città; lo capite o no che vanno fermati?
Magari poi correte e farete la fila per comprare il cell: che trasmette in 5G.
Lo sapete che per boicottarli basta che non né fatte uso? Basta che non lo acquistate!
La tecnologia 4G che abbiamo a disposizione nei nostri cellulari basta, e ed é anche troppa, perché comprare quindi altri apparati sofisticati di cui sugli effetti nulla é chiaro, e ci propinano ancora delle informazioni su studi scientifici fatti vent'anni fá.
Del 5G in effetti non si sa nulla, i consumatori non sono tutelati, non sanno nulla, a parte il groviglio di informazioni che provengono da fonti spesso poco attendibili creando ogni sorta di malpensanti complottisti, che annebbiano ancora di piú quella che é la realtà.
Quindi che dire? Se partiamo dal principio -mai comprare a scatola chiusa- non vedo perché si debba cambiare il vecchio cellulare ( che di problemi pare né abbia causati abbastanza ) per uno nuovo piú potente ( quindi piú pericoloso ) che potrebbe compromettere il nostro sistema cellulare, ormonale, endocrino e neuronale, per comprarne uno nuovo?
Secondo me la palla é nelle mani del consumatore, e possiamo fermarli solo se il Cell.5G lo lasciamo nelle loro scatole.
Passate parola almeno!

domenica 22 settembre 2019

NITRITI E NITRATI NEGLI ALIMENTI: QUANTO SONO NOCIVI?

NITRITI E NITRATI NEGLI ALIMENTI: QUANTO SONO NOCIVI?

nitriti e i nitrati negli alimenti sono impiegati come conservanti, soprattutto nelle carni. Le ricerche su questi additivi – contenuti anche in altri cibi – ne confermano la nocività. Ci siamo già occupati di solfiti, di additivi alimentari e della possibilità di “curarsi” con l’alimentazione. Questa volta cercheremo di capire qual è il ruolo di nitriti e nitrati negli alimenti, dove sono utilizzati, quanto possono essere pericolosi per la salute e come possiamo difenderci dai loro effetti negativi.

NITRITI E NITRATI NEGLI ALIMENTI: COSA SONO?

Si tratta di sostanze presenti in natura, composte da azoto e ossigeno, utilizzate da tempo in forma sintetica. I nitrati sono impiegati prevalentemente in agricoltura come fertilizzanti, ma vi si ricorre abbinandoli ai nitriti anche per conservare alcuni tipi di cibi a base di carne. I nitriti e i nitrati negli alimenti sono identificabili con questi codici:
  • Nitrito di potassio = E 249
  • Nitrito di sodio = E 250
  • Nitrato di sodio = E 251
  • Nitrato di potassio = E 252

DOVE E PERCHÉ VENGONO USATI

Mortadella
I nitriti e i nitrati negli alimenti vengono utilizzati diffusamente a partire dal secondo dopoguerra, per preservare l’integrità, il colore e l’aspetto delle carni conservate, alle quali conferiscono anche un leggero gusto salato. Dal punto di vista igienico-sanitario, questi conservanti agiscono come antimicrobici e antisettici, difendendo le carni dalla pericolo del botulino. Inoltre, aiutano a preservare gli aromi dei prodotti, contrastando l’azione dei microorganismi che possono alterarli. Il mantenimento del colore rosa o rosso delle carni, tuttavia, è il motivo principale della presenza di nitriti e nitrati negli alimenti, almeno dal punto di vista quantitativo. L’esaltazione cromatica, infatti, richiede una dose di questi conservanti circa tre volte superiore rispetto a quanto richiederebbe la sola conservazione. In assenza di questi additivi, le carni fresche iniziano a imbrunire già dopo pochi minuti.
prodotti lavorati che li contengono come additivi sono soprattutto: würstel, prosciutto cotto, pancetta, bacon, mortadella, salame, speck, salsiccia confezionata, carni a lunga scadenza e insaccati in genere. Più raramente, sono impiegati nel pesce marinato e nei prodotti caseari. Ai prosciutti crudi di qualità di solito non vengono aggiunti questi conservanti.

PASSATO E PRESENTE

Anche se l’uso di nitriti e nitrati negli alimenti si è ridotto rispetto agli anni Settanta e Ottanta, bisogna sottolineare che l’impiego di questi additivi è una conseguenza dell’industrializzazione del cibo. Storicamente, ai salumi venivano aggiunti solo il sale e le spezie, che fungevano anche da conservanti naturali. Nella norcineria, un ruolo fondamentale lo avevano i luoghi nei quali i prodotti venivano conservati. Sulle pareti di cantine, grotte e stalle si formavano muffe naturalmente cariche di salnitro, in grado di stagionare e conservare perfettamente i salumi.
Nella logica industriale, invece, l’impiego di nitriti e nitrati negli alimenti diventa una necessità. Questo avviene per difendere grandi quantitativi di carni con diverse provenienze da contaminazioni batteriche, stabilizzando l’aspetto e gli aromi. Da non dimenticare, poi, che i salumi e gli insaccati della grande distribuzione organizzata devono restare in commercio per mesi. Anche oggi, tuttavia, si possono trovare salumi e insaccati di qualità realizzati con i metodi tradizionali e artigianali, senza conservanti aggiunti.

NON SOLO NELLA CARNE

Bietola

La presenza di nitriti e nitrati negli alimenti non si limita ai salumi e agli insaccati. Per due ragioni principali, soprattutto i nitrati sono presenti in alcuni verdure. Essendo diffusamente impiegati come fertilizzanti, vengono assorbiti dai vegetali tramite l’acqua. Anche la quantità di luce della quale beneficiano le piante è importante in questo senso, in quanto necessaria ai vegetali per sintetizzare l’azoto contenuto nei nitrati. Per questi motivi, le verdure coltivate in serra, più concimate o poco esposte alla luce, sono più ricchi di nitrati. Nei vegetali, le parti nelle quali queste sostanze sono più presenti sono le foglie esterne, la scorza, i gambi e le coste. Le verdure coltivate in campo aperto, quelle poco concimate con questi fertilizzanti o prodotte in regime biologico contengono quantitativi molto inferiori di nitrati.
  • Alcuni dei vegetali più ricchi di nitrati: bietola, sedano, rape, spinaci, ravanelli, lattuga.
  • Alcuni vegetali mediamente ricchi di nitrati: finocchio, indivia, verza, zucchine.
  • Alcuni vegetali meno ricchi di nitrati: cavolfiore, broccoli, cicoria, melanzane, fagiolini, porri, cipolle, patate, carote, funghi, asparagi, pomodori, cetrioli, peperoni.
Le verdure che contengono più nitrati, tuttavia, sono anche molto ricche di vitamina C, che come vedremo è fondamentale per contrastare gli effetti dannosi di queste sostanze.

NITRATI NELL’ACQUA

Nitriti e nitrati non sono presenti solo negli alimenti. L’impiego diffuso dei nitrati in agricoltura può favorirne la penetrazione in profondità nei terreni, fino a raggiungere le falde acquifere. Ci siamo già occupati di contaminazione idrica in un approfondimento su un caso di presenza di sostanze perfluoroalchiliche. Il contenuto di nitrati nell’acqua potabile in Italia deve essere inferiore ai 50 milligrammi per litro, mentre i nitriti devono essere completamente assenti. Pur senza eccessivi allarmismi, l’elevato impiego di nitrati in agroindustria dovrebbe quantomeno far riflettere. È bene precisare, comunque, che le fonti e gli acquedotti sono sottoposti a controlli frequenti e scrupolosi.

I NITRITI E I NITRATI NEGLI ALIMENTI FANNO MALE?

Cellula cancro
Sulla nocività dei nitriti e dei nitrati negli alimenti sono state condotte numerose ricerche. L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), che fa capo all’Organizzazione mondiale della Sanità, ha riconosciuto queste sostanze come probabilmente cancerogene. L’impatto negativo sulla salute umana, tuttavia, è dovuto alle possibili trasformazioni chimiche che possono interessare in particolare i nitriti, che sono molto più pericolosi dei nitrati.

TRASFORMAZIONI PERICOLOSE

I nitriti e i nitrati contenuti negli alimenti possono evolversi e legarsi con altre molecole, dando luogo a diverse sostanze molto nocive alla salute.
  • Da nitrati a nitriti. I nitrati, di per sé non particolarmente nocivi, venendo a contatto con gli enzimi della saliva possono trasformarsi in nitriti, più pericolosi anche a causa delle ulteriori evoluzioni alle quali possono essere soggetti.
  • Da nitriti a N-nitrosammine. I nitriti, combinandosi con le ammine contenute nei cibi proteici, possono trasformarsi in N-nitrosammine, sostanze riconosciute come altamente cancerogene.
  • Da nitriti a nitrosammine. Una volta raggiunto l’ambiente acido dello stomaco, i nitriti diventano acido nitroso, che combinandosi facilmente con le ammine produce nitrosammine, sostanze riconosciute come potenti cancerogeni. Anche le cotture ad alte temperature possono convertire i nitriti in nitrosammine.
  • Da nitriti a metaemoglobina. I nitriti si possono legare anche con l’emoglobina, la proteina del sangue che trasporta l’ossigeno. Questo legame genera la metaemoglobina, riducendo il trasporto di ossigeno nell’organismo.

CONSEGUENZE

Secondo le ricerche, l’ingestione elevata o prolungata di nitriti e nitrati negli alimenti aumenta la probabilità di sviluppare tumori allo stomaco e all’esofago, come sostiene anche L’Associazione italiana per la ricerca sul cancro (AIRC). La Food and Drug Administration degli Stati Uniti considera le nitrosammine come uno dei gruppi di sostanze cancerogene più potenti mai scoperte. La trasformazione in metaemoglobina, invece, è pericolosa per i bambini più piccoli, perché può provocare scarsa ossigenazione e difficoltà respiratorie.

LE DIFESE CONTRO I NITRITI

Clementine

Fortunatamente esistono sostanze in grado di contrastare l’azione nociva e le pericolose trasformazioni di nitriti e nitrati negli alimenti. Si tratta fondamentalmente di antiossidanti, il più conosciuto e diffuso fra questi è sicuramente la vitamina C. Spesso questi inibitori delle nitrosammine sono aggiunte ai prodotti alimentari contenenti nitriti e nitrati, proprio per diminuirne la potenziale nocività. Questa pratica, però, non è obbligatoria per legge. Nelle etichette dei cibi che contengono nitriti e nitrati come conservanti, quindi, è importante notare se sono presenti anche:
  • vitamina C = acido ascorbico = E 300
  • ascorbato di sodio = E 301
  • ascorbato di potassio = E 303
Come si accennava precedentemente, gli ortaggi più ricchi di nitrati contengono anche molta vitamina C e poche ammine. Questa combinazione costituisce un’importante difesa naturale che diminuisce sensibilmente i rischi dovuti ai nitrati. L’azione della vitamina C rispetto a queste sostanze è tuttora studiata, anche se le ricerche in genere concordano sugli effetti protettivi dell’acido ascorbico contro la formazione di nitrosammine.

I LIMITI DI DOSAGGIO E LA LEGGE

In base alla Direttiva europea 95/2/CE del 1995, agli insaccati possono essere aggiunti i nitriti E 250 ed E 249 entro il limite di 150 milligrammi per chilogrammo di prodotto. L’aggiunta di nitrati E 251 ed E 252 non può invece superare i 250 milligrammi per chilogrammo. Questi nitrati, avendo la capacità di evolversi in nitriti in caso di aumentata presenza batterica, sono impiegati come “conservanti di riserva”. La legge, in sostanza, consente l’uso di nitriti e nitrati negli alimenti potenzialmente minacciati dal botulino. Il rischio di intossicazione da botulismo, che può essere letale, fa passare in secondo piano la cancerogenicità dei nitriti.

LE DOSI DA NON SUPERARE

Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità non si dovrebbero ingerire più di 0,1 milligrammi di nitriti per chilo di peso corporeo al giorno. Il Comitato scientifico europeo per l’Alimentazione, invece, consiglia di non superare la quantità di 0,06 milligrammi di nitriti e 3,7 milligrammi di nitrati per chilogrammo di peso corporeo. In base a questi dati, mangiare 100 grammi di salume trattato con nitriti può significare ingerire una dose già a rischio.

NITRITI E NITRATI NEGLI ALIMENTI: CHE FARE?
Vitamina C

I nitrati – e soprattutto i nitriti – sono i più pericolosi fra gli additivi chimici. Di base sarebbe meglio evitare, o quantomeno limitare al minimo, il consumo di prodotti trattati con questi conservanti, preferendo le carni fresche, i prosciutti crudi di qualità e i salumi artigianali. Una dieta ricca di verdura e frutta costituisce una solida prevenzione contro gli effetti negativi dei nitriti e delle nitrosammine.
Per gli amanti dei salumi e degli insaccati, però, è quasi impossibile eliminare totalmente l’ingestione di queste sostanze. Per alcuni prodotti, l’impiego di questi conservanti è quasi imprescindibile. Fra questi, c’è ad esempio la mortadella. In questo caso, è meglio preferire i salumi con aggiunta di antiossidanti anti-nitrosammine (E 300, E 301, E 303). Per non favorire la formazione di nitrosammine, è importante non scaldare i cibi che contengono nitrati e nitriti. I würstel – che vanno cotti e sono tipicamente trattati con questi conservanti – sono fra i prodotti più a rischio in questo senso.
Quando capita di mangiare cibi contenenti nitrati e nitriti, inoltre, è consigliabile abbinare alimenti ricchi di vitamina C. Per restare nel caso appena menzionato, il panino con la mortadella può essere seguito da un kiwi.
Dopo questo approfondimento sui nitriti e i nitrati negli alimenti, può essere interessanti leggere i nostri articoli sulla presenza di solfiti nei cibi, sugli additivi alimentari e sull’importanza della vitamina C.

Fonti:
IARC – Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro
AIRC – Associazione italiana per la ricerca sul cancro
AACR – American Association for Cancer Research
OMS – Organizzazione mondiale della Sanità
EFSA – Autorità europea per la sicurezza alimentare
Food and Drug Administration USA
PubMed USA
European Journal of Cancer
Europe PMC
Meat Science
Authority Nutrition
Direttiva 95/2/CE

venerdì 13 febbraio 2015

Golden Milk: 10 motivi per assumere il latte d'oro alla curcuma



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Lo possiamo chiamare Golden Milk, oppure latte d'oro. Si tratta di una bevanda a base di curcuma dai numerosibenefici, che viene consigliata soprattutto a chi soffre di problemi alle articolazioni e a chi cerca un antinfiammatorio naturale.
I benefici del Golden Milk sono dovuti soprattutto alla presenza della curcuma. Questa spezia orientale ormai molto nota anche nel nostro Paese contiene una sostanza benefica chiamatacurcumina, sempre più oggetto di studi scientifici negli ultimi anni.
La curcuma di per sé presenta numerose proprietà benefiche. Viene consigliata comerimedio naturale per la digestione difficile, in caso di disturbi epatici, per i disturbi mestruali, per i gonfiori addominali, ma anche per dolori comuni, come il mal di testa o il mal di denti, e per stimolare la secrezione della bile.
Soprattutto in caso di dolori articolari o muscolari e di stati infiammatori, il suggerimento è di assumere il latte d'oro una volta al giorno per 40 giorni.
Ecco 10 buoni motivi per assumere il latte d'oro o Golden Milk.

1) Lenire dolori articolari e muscolari

L'assunzione del latte d'oro alla curcuma viene consigliata soprattutto per alleviare i dolori articolari o muscolari e in generale i disturbi che interessano le articolazioni. Si tratta della maggiore proprietà benefica del Golden Milk. E' un rimedio naturale ottimo per lubrificare le giunture e la colonna vertebrale, utile a tutti, non solo agli sportivi e a chi pratica Yoga. 

2) Come antinfiammatorio naturale

Il latte d'oro è un antinfiammatori naturale che aiuta a prevenire problemi come artrite e ulcere gastriche. La medicina Ayurvedica considera il Golden Milk come una vera e propria aspirina naturale che può aiutare in caso di mal di testa, gonfiore e dolori vari.

3) Calmare tosse e raffreddore

Una tazza di Golden Milk al giorno per calmare la tosse e alleviare i sintomi del raffreddore. Tentar non nuoce visti i numerosi benefici di questo rimedio naturale. Il Golden Milk è considerato benefico in caso di tosse e raffreddore per via delle sue proprietà antibatteriche e antivirali. Per quanto riguarda il mal di gola, il dottor Loreto Nemi suggerisce di assumere una pallina di pasta di curcuma (la si prepara prima del Golden Milk vero e proprio e la si conserva in frigorifero) da deglutire con un bicchiere d'acqua. Ripetetere due volte al giorno, fino a quando i sintomi del mal di gola non andranno ad affievolirsi. Qui ulteriori informazioni.

4) Alleviare i disturbi respiratori

Il latte d'oro viene consigliato come rimedio naturale in caso di problemi respiratori legati ad infezioni batteriche o virali. Aiuta ad alleviare i sintomi delle malattie respiratorie, con particolare riferimento alla sinusite. Viene considerato utile anche per asma e bronchite.

5) Depurare il fegato

tumeric pasteIl latte d'oro, grazie alla presenza della curcuma, è un vero e proprio rimedio naturale per depurare il fegato e purificare il sangue. Aiuta a migliorare la funzionalità epatica. Supporta l'attività del fegato e contribuisce alla depurazione del sistema linfatico.
fonte foto: lifeinaskillet.com
fonte foto: medicineroom.net

6) Migliorare la digestione

Il latte d'oro, grazie alla curcuma, migliora la digestione favorendo la produzione della bile a livello del fegato. Inoltre promuove la salute intestinale e aiuta a prevenire alcuni problemi dell'apparato digerente, come ulcere, colite, diarrea e indigestione.

7) Contrastare i crampi mestruali

Chi soffre di crampi mestruali può trovare beneficio nell'assunzione del latte d'oro alla curcuma. Questa bevanda funziona infatti come antispasmodico naturale in grado di ridurre i fastidi e i dolori dovuti ai crampi.

8) Regolare il metabolismo

tumeric golden milkTra i numerosi benefici della curcuma troviamo la capacità di regolare il metabolismo e di favorire il mantenimento di un peso corporeo corretto. Per questo motivo l'assunzione del latte d'oropotrebbe essere utile a chi desidera prevenire soprappeso e obesità.

9) Abbassare il colesterolo

La ricerca scientifica ha evidenziato che utilizzare la curcuma anche come semplice condimento per gli alimenti aiuta a ridurre i livelli di colesterolo nel sangue. Mantenere nella norma i livelli dicolesterolo LDL aiuta a prevenire molti disturbi cardiovascolari. Il latte d'oro preparato con acqua e/o latte vegetale in sostituzione del latte vaccino non contiene colesterolo.

10) Stimolare le difese immunitarie

La curcuma, di cui il latte d'oro è ricco, contiene sostanze benefiche che aiutano a stimolare le difese immunitarie del nostro organismo. Ha proprietà antibatteriche, antivirali e antifungine. Un sistema immunitario forte riduce le possibilità di ammalarsi di tosse, raffreddore e influenza. Un rimedio rapido in caso di tosse e raffreddore consiste nel mescolare un pizzico di curcuma in una tazza di latte vegetale tiepido, da bere una volta al giorno.

Come preparare il Golden Milk


Ecco il nostro video con tutte le istruzioni per preparare il Golden Milk. La pasta di curcuma che otterrete vi basterà per preparare il latte d'oro per 40 giorni. Qui la ricetta.

domenica 23 marzo 2014

La medicina occidentale no cura, attenua il male e ne provoca altri. Ricorrere a cure alternative é dunque prerogativa sempre piú diffusa e in espanione. Alcuni consigli per approfondire il tema e trarne senza dubbio dei benefici

Seguite i Link e quanto segue, senonché l'esperienza di persone malate gravemente che hanno trovato sollievo e speranza solo con una ricerca intelligente e adottando cure alternative alla medicina tradizionale.

Molti medici specialisti uno per uno si ribellano e questo é un buon segnale. Bisogna imparare a conoscere quanto la natura ci puó servire per curare le malattie a basso costo e in modo efficace e risolutivo.
Ribellarsi all'industria farmaceutica e ai canali che vogliono trarre solo profitto sulla salute altrui, é un dovere di tutti.
É inoltre un diritto chiedere cure alternative quando certe terapie dopo anni non hanno dato il risultato sperato, o peggio: hanno riscontrato ulteriori patologie per effetto collaterale per colpa dei farmaci assunti
LICENZIATA IN TRONCO
PERCHE' VA CONTRO GLI INTERESSI DI BIG PHARMA!

«La mia amica DOTT.SSA MICHELA DE PETRIS mi ha chiesto di diffondere QUESTO IMPORTANTE ACCADIMENTO, Vi prego di leggerlo:

Merc 5 marzo a Le Iene su Italia1 è andato in onda un interessante servizio tutto documentato su come un signore malato di tumore sia riuscito a bloccare la malattia grazie anche all'introduzione di una alimentazione vegana, in gran parte crudista.
Michela, dott.ssa sia privata ma anche specialista al San Raffaele di Milano, ha dato la sua disponibilità a spiegare alle telecamere in che modo tutti i suoi pazienti siano riusciti a trarne tanto beneficio. Consiglio di vedere il servizio. Il giorno dopo ha iniziato a ricevere migliaia di chiamate da tutta Italia a cui lei sta cercando di dare risposte, perché è una persona eticamente corretta.
L'ho incontrata oggi e mi ha detto che ieri il suo primario del S.Raffaele l'ha chiamata e l'ha licenziata in tronco.
Lei mi ha spiegato che il suo ospedale prende molti soldi dalle cure farmacologiche che danno ai pazienti malati di tumore e quindi , per interessi prettamente economici, il suo intervento ha danneggiato la struttura.
Capite? Se ne fottono della salute dei pazienti!

Ebbene, Michela, che è una grande professionista, guardandomi negli occhi mi ha detto che lo rifarebbe altre cento volte, perché è molto più importante informare le persone piuttosto che lasciarle all'oscuro di certe cose così importanti solo per interessi economici.

Se volete, potete, aiutatemi a diffondere la notizia.

Queste sono esattamente le parole di Michela, quindi non è una mia interpretazione. Lei stessa mi ha chiesto di aiutarla a diffondere la verità al fine di aiutarci.

Grande stima da parte mia, cara Mic.» (Angelo Bavaro)







http://www.carcinomaepatico.it/percorso.asp
http://liberofb.altervista.org/blog/lo-sfogo-di-un-chirurgo-italiano-la-medicina-italiana-non-cura-lenisce-sintomi-generando-nuove-malattie/#comment-354

Come evitare l'acidità organica

By Edoardo Capuano - Posted on 23 marzo 2014
Alimentazione sanaTutti quei processi e manifestazioni che noi chiamiamo malattie, sono la diretta conseguenza di un’eccessiva acidificazione del sangue, dovuta per lo più a una sbagliata alimentazione. Dopo un pasto, i nutrimenti e le tossine (rifiuti organici) derivanti dalla digestione, fluiscono dal tratto intestinale nel sangue e nel sistema linfatico.
Attraverso l’osmosi, i nutrimenti e le tossine si aprono poi anche un passaggio verso il citoplasma, ossia quella parte della cellula che avvolge il nucleo delle cellule organiche. Tutte le cellule hanno una caratteristica comune: il citoplasma ha una reazione alcalina (negativa) e il nucleo ne ha una acida (positiva), ciò crea una differenza di potenziale elettrico tra il citoplasma ed il nucleo. Questa differenza di potenziale elettrico determina la “vitalità” delle cellule.
Se questo potenziale elettrico si riduce al di sotto di un certo livello, la cellula si ammala e può anche morire. Quando il sangue quindi porta con sé molte sostanze acide, per esempio, le tossine, le stesse possono penetrare all’interno delle cellule e neutralizzare l’alcalinità del citoplasma. Se perciò la concentrazione delle tossine nella circolazione del sangue è più alta di quella nelle cellule, le tossine continueranno a fluire nel citoplasma delle cellule ed eventualmente a precipitare, creando dei cristalli.
Periodicamente, durante i periodi in cui la vitalità è elevata, l’organismo prova a correggere questa condizione, attraverso delle acute crisi di guarigione: le cosiddette “malattie”. Dopo molti anni, tuttavia, se una persona non migliora le proprie abitudini e il proprio stile di vita, verrà a crearsi una malattia cronica. Ed alla base di tale malattia possiamo sicuramente trovare un grande accumulo di tossine.
Il punto di vista dell’omotossicologia:
Secondo l’insegnamento di “H.H. Reckeweg”, fondatore della “omotossicologia”, tutti quei processi e manifestazioni che noi chiamiamo malattie, sono espressione della lotta dell’organismo contro le tossine, per renderle innocue e poi espellerle. L’organismo può vincere o perdere questa battaglia; in ogni caso quei processi che noi chiamiamo malattie non sono altro che utili funzioni biologiche, finalizzate alla disintossicazione naturale del corpo e alla difesa contro i veleni. L’organismo, infatti, cerca sempre di compensare i danni che ha subito e che non è riuscito ancora ad eliminare.
La probabile causa di tutte le malattie:
Praticamente tutti i dolori, le patologie e la distruzione di cellule, è dovuta ad un’eccessiva acidità del sangue, derivante dall’assunzione di una quantità troppo elevata di proteine, specialmente di quelle animali: carne, pesce, pollame, salumi e formaggio ecc. Tuttavia anche le proteine vegetali, come i semi, i cereali e i legumi, quando assunte troppo spesso o in notevole quantità, possono causare questo tipo di tossicità. Il Dr. “Bieler” afferma che la causa principale dell’acidità organica, vada ricercata nell’assunzione eccessiva di proteine, che disturbano in modo sostanziale l’equilibrio dell’azoto. Una condizione acida, generata da una dieta con molte proteine, distrugge molte cellule del corpo, che pertanto dovranno essere ripristinate…
L’effetto a lungo termine di una dieta con molte proteine, è quindi sempre deleterio per la salute. Crea infatti un’accumulazione di prodotti di rifiuto – dovuti alla digestione ed assimilazione di queste proteine – i quali acidificano l’organismo. Per esempio, se consideriamo che fegato e reni sono in grado di espellere circa 8 grani di acido urico nell’arco delle 24 ore, e che 500 grammi di carne, possono generare fino a 18 grani di acido urico, ne consegue che ad ogni pasto a base di carne, una parte dell’acido urico generato, verrà di fatto accumulato nel corpo. Questo fenomeno, nel tempo, potrà provocare gotta, reumatismi o diverse forme di artrosi.
L’acidosi precede e provoca le malattie:
È quindi ormai un fatto ampiamente riconosciuto, che molte malattie si sviluppino a causa di una condizione di “acidosi cronica”, che riduce le funzioni organiche e abbassa la resistenza dell’organismo. A questo riguardo, il Dr. “George W. Crile”, (direttore della Clinica Crile in Cleveland) uno dei più famosi chirurghi del mondo, così si esprime: “Non esiste la morte naturale. Tutti i casi così definiti, sono soltanto il punto finale di una progressiva acidificazione dell’organismo”.
L’acidosi, infatti, precede e causa le malattie. Anche un corpo sano alla fine soccombe alle malattie fisiche, quando la sua stessa produzione di acido urico si accumula ad un punto tale che non può più opporvi resistenza. Di conseguenza diviene suscettibile ai germi, al freddo, alla fatica o all’esaurimento nervoso. Quando il livello di tossine nel corpo raggiunge il massimo tollerabile, l’organismo inizia allora un’azione di “pulizia”, che può assumere varie forme, tra cui: diarrea, mal di testa, raffreddore, eruzioni della pelle, ascessi, foruncoli, reumatismi, infiammazione degli occhi o di altri organi, catarro, sensazione di freddo, febbre ecc. Ma tutte queste problematiche hanno un’origine comune: un accumulo di rifiuti acidi nel corpo.
Perché si crea acidità nell’organismo?
Oggigiorno, il cibo e le bevande che assumiamo stanno diventando sempre più “produttori di acido”, specialmente i pasti veloci come quelli offerti dai fast-food e gli alimenti precotti. Anche i dolci ed i dessert formano acido, così come il caffè, il vino e la birra. Un altro elemento che crea acidità è un’alimentazione eccessiva. Va notato inoltre, che anche coloro che seguono una dieta vegetariana, possono ritrovarsi, se consumano troppi cereali, con un alto livello di acidità nel corpo. Preoccupazioni, ansia, paura e stress sono ulteriori fattori in grado di produrre acidità organica, come pure le sostanze inquinanti e le eventuali tossine presenti nell’ambiente in cui viviamo.
Una nuova luce sull’equilibrio acido-basico:
Una certa acidità del corpo è necessaria alla conservazione della vita; se non vi fosse non vi potrebbe neppure essere la circolazione di energia lungo i nervi. È infatti necessaria una differenza di polarità elettrica, affinché tale flusso possa aver luogo. Quando un’area del corpo si danneggia o diviene malata, vi è un’accelerazione dell’energia in quella zona, perché il primo effetto di una malattia o di un danneggiamento è quello di aumentare il grado di acidità dell’area colpita. Con l’aumento di acidità, cambia anche il potenziale di quell’area e questo fatto aumenta il flusso di energia proveniente dal cervello, e con essa anche il flusso del sangue in arrivo.
Come si può facilmente immaginare, l’aumento dell’energia nervosa e del flusso del sangue, determinano un maggior potere curativo nella zona colpita. Bisogna comunque sottolineare, che una quantità maggiore o minore del necessario, sconvolge questo processo di guarigione. Un eccesso di acidità nei tessuti dell’organismo, stimola infatti un flusso di energia nervosa troppo grande, e se questa condizione permane troppo a lungo, interferisce con la capacità delle cellule del cervello, di continuare a fornire l’energia nervosa richiesta.
Una diminuzione di tale capacità conduce ad una minor differenza di potenziale tra il cervello e il resto del corpo. Quando questa differenza si annulla, come accade nei casi di severa acidosi, ne consegue la morte. La vita, come abbiamo già detto, è infatti possibile solo quando viene mantenuta una differenza di polarità elettrica, tra il cervello e le altre parti del corpo.
La vera causa dell’osteoporosi:
Per poter sopravvivere il corpo deve mantenere il sangue ad un pH pari a 7.4: ovvero un valore leggermente alcalino (un valore neutro sarebbe invece rappresentato da un pH a 7.0). In presenza di un’acidità eccessiva, il corpo utilizzerà allora parte del calcio presente nelle ossa per ridurre l’acidità, poiché se non agisse in questo modo si creerebbe una situazione di grave pericolo, in grado di condurre anche alla morte. Il corpo, per neutralizzare l’acido in eccesso, utilizzerà inoltre oltre al calcio, anche le sue riserve di potassio, sodio e magnesio, che sono tutti minerali alcalinizzanti, prelevandoli dalle ossa, dai denti e dalle cellule di tutti i tessuti.
In questa situazione, un individuo perde dei minerali preziosi, ed anche eventuali supplementi alimentari non potranno essere utilizzati a causa dell’ambiente acido creatosi. Si può facilmente comprendere come questa situazione possa dar luogo, a lungo andare, all’osteoporosi: una malattia dovuta alla mancanza di calcio nelle ossa. Se questa situazione dovesse persistere, le stesse cellule si saturerebbero di acido e si creerebbero i presupposti per altre innumerevoli malattie. Alcuni sintomi che fanno presagire un aumento di acidità sono: la stanchezza senza ragione, il sentirsi vuoti e nervosi. La presenza di dolori muscolari, stitichezza, problemi digestivi ed acidità di stomaco.
Patologie da deposito:
Tra i tessuti in cui tendono ad accumularsi gli acidi urici, citiamo quelli vascolari (per es. le cartilagini), quelli poco vascolarizzati (per es. tendini e legamenti) e quelli che si trovano intorno alle articolazioni periferiche distali o ai tessuti più freddi (per es. l’orecchio). Il deposito di acido nelle articolazioni porta al loro deterioramento, con conseguente comparsa di osteoartrite ed altre malattie osteo-articolari.
Anche l’acido urico che arriva nell’urina, può precipitare creando delle piccole formazioni di cristallo che, nel tempo, aggregandosi possono formare dei granelli o addirittura dei calcoli. Nella gotta cronica grave, i cristalli possono depositarsi nelle articolazioni centrali più grandi e nei tessuti degli organi, reni compresi.
Una dieta salutare:
Per ovviare a tutti questi problemi, è allora molto importante impostare un corretto stile di vita ed avere un’alimentazione sana e adeguata, con poche proteine e le giuste combinazioni alimentari. In questo modo sarà possibile contrastare efficacemente l’eccessiva acidificazione del corpo, causa conclamata di svariate patologie.
La dieta di seguito proposta, è valida sia per le persone sane che per quelle malate e dovrebbe essere seguita sempre. Essa serve a manterci in salute, che è il bene più prezioso che possediamo.
Appena alzati:
Succo di 1/2 limone in un bicchiere d’acqua tiepida con poco zucchero di canna.
Per la colazione, scegliere tra queste varianti:
- Frutta di stagione (una qualità per volta), magari preceduta da 4/5 prugne secche.
- Yogurt naturale.
- Biscotti con poco zucchero e infuso di erbe non dolcificato.
Bisogna ricordare che zuccheri + amido creano fermentazione e quindi acidificazione. Pertanto sarebbe utile evitare pane e miele e pane e marmellata e dolci molto zuccherati, oppure ridurne le quantità. Non usare inoltre succo di arancia con pane, torte o biscotti, perché acido + amido creano fermentazione e quindi acidificazione.
A pranzo:
Solo il primo (pasta, riso, pizza, preferendo il riso) con contorno di verdure crude. Niente frutta o dessert. Non usare inoltre aceto o limone sull’insalata, perché acidi + amidi (come già detto sopra) producono fermentazione e quindi acidificazione.
A cena:
Solo il secondo, alternando: pollo, formaggio di capra o pecora, legumi, uova, pesce. Sempre accompagnato da verdura cruda. Niente frutta o dessert. Non usare aceto o limone sull’insalata.
Suggerimenti vari:
  1. Eliminare completamente latte e formaggi di mucca (lo yogurt naturale è accettabile), fritture, intingoli, salumi, insaccati, pappa reale e dolciumi industriali. Cioccolato solo in piccole quantità.
  2. Prediligere i formaggi di capra e pecora: sono più sani, in quanto il latte di questi animali è molto simile a quello umano.
  3. Eliminare le bevande gassate, quindi anche l’acqua minerale gassata.
  4. Eliminare bevande e alimenti ghiacciati: sono dannosi per fegato e pancreas.
  5. Evitare di bere acqua ai pasti: rende difficile l’assimilazione dei grassi.
  6. Eliminare lo zucchero bianco, usarne poco di canna o del fruttosio.
  7. Eliminare dolci e dolciumi, perché sono acidificanti.
  8. Ricordare che i cereali integrali hanno molta fibra, ma sono acidificanti.
  9. Eliminare latte e formaggi di vacca, sono acidificanti.
  10. Eliminare latte di soia, avena, ecc. sono acidificanti.
  11. Eliminare i succhi di frutta conservati, sono acidificanti.
  12. Eliminare i dadi e surrogati per brodo, sono acidificanti.
  13. Eliminare assolutamente carne rossa, salumi e insaccati.
  14. Mangiare la frutta lontano dai pasti.
  15. Non esagerare con la verdura cotta, perché fermenta.
  16. Mangiare la patate da sole o con altra verdura cotta, o con olive.
  17. Non combinare le patate con carne, pesce o formaggio.
  18. Non combinare caffè e latte.
  19. Mangiare i legumi, che sono un buon sostituto delle proteine animali, ma con parsimonia. Non utilizzare amidi nel pasto serale perché il pancreas ha poca energia. Pertanto alla sera niente pasta, pane, riso, pizza o minestre e minestroni con creali. Come regola generale: amidi e carboidrati al mattino e a mezzogiorno, e proteine alla sera.

http://www.carcinomaepatico.it/

Le cellule tumorali del pancreas usano il fruttosio per proliferare e dividersi,
Questo quanto hanno detto dei ricercatori USA di recente, in uno studio che ha messo alla prova il sapere corrente che tutti gli zuccheri siano la stessa cosa.
La scoperta dei ricercatori, pubblicata nella rivista Cancer Research, può essere utile per spiegare altri studi che hanno correlate l’uso del fruttosio con il cancro al pancreas, uno dei tipi più mortali
“Queste scoperte indicano che le cellule tumorali possono metabolizzare prontamente il fruttosio per aumentare la proliferazione” ha scritto il Dr. Anthony Heaney del UCLA’s Jonsson Cancer Center.
“Queste scoperte sono determinanti per i pazienti di cancro a cui viene data una dieta a base di fruttosio raffinato edindicano che gli sforzi per ridurre l’assunzione di fruttosio raffinato o inibire le azioni da esso mediate, possono arrestare la crescita del cancro”.
Troppo zucchero, di ogni tipo, non solo aggiunge chili, ma è anche un colpevole-chiave nel diabete, nei disturbi cardiaci e nell’infarto, secondo la American Heart Association.

Le cellule tumorali prosperano con lo zucchero ma usano il fruttosio per proliferare.
“Il metabolismo del fruttosio e del glucosio, sono molto differenti”, ha detto il team di ricerca di Heaney’s. Negli USA il consumo di fruttosio-sciroppo di mais è salito del 1000 percento tra il 1970 e 1990, cosi hanno riportato dei ricercatori nel 2004 all’American Journal of Clinical Nutrition.

Fonte : Saluteolistica



"il fruttosio è l'UNICO tipo di zucchero che può innescare il ciclo di Krebs all'interno del mitocondrio; infatti anche se si introduce glucosio nella cellula, esso non potendo essere utilizzato dal mitocondrio deve prima essere trasformato in fruttosio (cosa che comporta un ulteriore fortissimo spreco di energia, dovendo moltiplicare ognuno dei miliardi di molecole di glucosio per oltre due molecole di ATP che devono essere utilizzate proprio per la trasformazione del glucosio in fruttosio; il fruttosio fa quindi risparmiare anche tutta questa energia, visto che non necessita assolutamente di tutta la prima energicamente dispendiosissima parte della cosiddetta glicolisi)"
di : roberto de jesus - glicosi -





Glicosi : http://it.wikipedia.org/wiki/Glicolisi



Glicosi (continua)



il problema del fruttosio è il seguente:
siccome non è riconosciuto dalle cellule del pancreas che controllano la glicemia (livello del Glucosio nel sangue) -
[ ricordiamo che il glucosio è lo zucchero necessario per il nostro cervello ]
quando abbiamo in circolo una grande quantità di fruttosio il nostro corpo si comporta come se avessimo in circolo pochissimo zucchero perchè il pancreas riconosce solo il glucosio e non il fruttosio...
a questo punto il nostro organismo, credendo erroneamente che ci troviamo in IPO-glicemia continua a produrre zucchero creando IPER-Glicemia e accumulo di grassi..
Oltretutto un'alta quantità di zuccheri in circolazione crea ossidazione perchè gli zuccheri sono potenti agenti OSSIDANTI come del resto gli ACIDI GRASSI....

Fonte: Marco villa



Pertamto secondo i miei studi e le mie ricerche nell'estate del 2013 io ho limitato fortemente l'uso della frutta
- oggi come oggi mi somministro solo mele nei mie succhi verdi e qualche volta compro le pere, ma molto raramente e solo in questo periodo - pre natalizio - perchè di stagione e a basso costo....
Secondo il mio modesto parere la frutta fa benissimo alle persone in salute, dovrebbe invece essere moderata nelle persone affette da neoplasie cancerogene.

Fonte: marco60







In seguito alla conferenza tenuta dal Dr Robert Lustig (un endocrinologo pediatrico che lavora a University of California, San Francisco (UCSF ) dove insegna clinica pediatrica), riguardo al ruolo degli zuccheri, particolarmente del fruttosio, nell’insorgenza della sindrome metabolica (obesità e patologie associate), c’è stato un crescente interesse intorno al ruolo e al destino metabolico di questo zucchero e al suo legame con le malattie menzionate.
Nota bene:
si parlerà del fruttosio raffinato e degli sciroppi a base di fruttosio. Quello che segue non è applicabile agli alimenti che lo contengono naturalmente, i quali sono composti da un complesso di nutrienti in grado di annullare e invertire gli effetti nocivi di questo zucchero. Il consumo di alimenti contenenti naturalmente un alto tenore di fruttosio non provoca alcuno degli effetti descritti in basso: frutta e verdura sono assolutamente salutari, salvo patologie specifiche (es. deficit della fruttosio-1-fosfato-aldolasi meglio noto come “intolleranza al fruttosio”).
Il fruttosio ha effetti molto simili all’etanolo, giungendo a provocare addirittura, oltre al ruolo giocato nella predisposizione all’insulino resistenza, danni del tutto sovrapponibili all’abuso di alcol. Il fruttosio in eccesso sembra alla base dell’epidemia di sindrome metabolica a causa del suo particolare metabolismo, che risulta in deplezione intracellulare di ATP, produzione di acido urico, disfunzione endoteliale, stress ossidativo, lipogenesi e glicazione proteica.

fonte: biobimbi.com (continua)





Cosa succede quando il fruttosio arriva nel fegato?
Nell'organo epatico il fruttosio può avere comportamenti diversi; può per esempio convertirsi in sostanze derivate del glucosio e depositarsi come glicogeno epatico, una cosa che nei soggetti che praticano un'intensa attività fisica è decisamente positiva; sfortunatamente la capacità dell'organo epatico di effettuare la conversione di fruttosio in derivati del glucosio non è illimitata e ciò può creare diversi problemi perché, se l'assunzione di fruttosio è eccessiva, il fruttosio che arriva nel fegato può essere trasformato in grasso (ciò può verificarsi in particolar modo nei soggetti affetti da ipertrigliceridemia, resistenza all'insulina o diabete di tipo 2.
Una delle cose che spesso vengono ritenute positive è il fatto che i livelli ematici di fruttosio non provocano una risposta ormonale immediata; meno positivo è il fatto che un'alta assunzione di fruttosio, pur essendo in grado di stimolare la sintesi dei lipidi, non è in grado di stimolare la produzione di leptina; la riduzione della produzione di questo ormone può avere effetti decisamente deleteri (per approfondimenti si consulti il nostro articolo La leptina).
Quindi: il fruttosio ha un indice glicemico basso, nelle persone che praticano un'intensa attività fisica favorisce il ripristino delle scorte di glicogeno epatico, ma se assunto in quantità eccessiva può creare diversi problemi di cui alcuni non di poco conto.
Sembra naturale quindi porsi la domanda che dà il titolo al paragrafo seguente.
Il fruttosio fa male?
Ha suscitato notevole (e immeritato) scalpore la ricerca del Centro galiziano per la Ricerca Biomedica in Fisiopatologia della Obesità e della Nutrizione che ha correlato l'abuso di fruttosio con gravi alterazioni del metabolismo.
La ricerca -
L'ingestione di grandi quantità di fruttosio negli animali da laboratorio per un tempo sufficientemente prolungato provoca una resistenza alla leptina, l'ormone proteico che regola il livello di lipidi nel sangue.
Ciò ovviamente può favorire l'obesità. Inoltre aumenterebbe anche la resistenza all'insulina, cosa particolarmente critica per i diabetici. Infine l'abuso di fruttosio provoca un aumento dei trigliceridi nel sangue e abbassa il colesterolo buono, aumentando il rischio di malattie cardiovascolari

Fonte: Albanesi.it





Tumori del pancreas usano il fruttosio zucchero, molto comune nella dieta occidentale, per attivare una via cellulare chiave che guida la divisione cellulare, aiuta il tumore a crescere più rapidamente,
uno studio condotto da ricercatori del Jonsson Comprehensive Cancer Center della UCLA ha trovato. Anche se è ampiamente conosciuta che i tumori usano il glucosio, uno zucchero semplice, per alimentare la loro crescita, questa è la prima volta che un collegamento è stato indicato tra fruttosio e la proliferazione del cancro, ha detto il dottor Anthony Heaney, professore associato di medicina e neurochirurgia, un ricercatore Jonsson Cancer Center e autore senior dello studio. "La linea di fondo è la dieta moderna contiene un sacco di zucchero raffinato tra cui fruttosio ed è un pericolo nascosto implicato in un sacco di malattie moderne, come l'obesità, il diabete e fegato grasso", ha detto Heaney, che ha anche serve come direttore del tumore pituitario e neuroendocrini Program presso la UCLA.
"In questo studio, abbiamo dimostrato che i tumori possono usare fruttosio altrettanto facilmente come il glucosio per alimentare la loro crescita." Lo studio è apparso nel 1 agosto questione del peer-reviewed rivista Cancer Research.
Heaney ha scoperto che le cellule tumorali del pancreas potrebbero facilmente distinguere tra glucosio e fruttosio anche se sono molto simili strutturalmente , e contrariamente alla saggezza convenzionale, le cellule tumorali metabolizzati gli zuccheri in modi molto diversi.
Nel caso di fruttosio, le cellule tumorali pancreatiche utilizzati zucchero nel non-ossidativo pentoso fosfati transketolase-driven per generare acidi nucleici, i mattoni di RNA e DNA, che le cellule tumorali devono dividersi e proliferare. "Tradizionalmente, glucosio e fruttosio sono stati considerati come substrati monosaccaridi intercambiabili che vengono metabolizzati in modo simile, e poca attenzione è stata data agli zuccheri diversi dal glucosio ", afferma lo studio.


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