sabato 12 dicembre 2009

Appunti di viaggio: agricoltura, bio e non

 
 

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tramite Scienza in cucina di Dario Bressanini il 09/08/09

Se dico California a molti verranno in mente le spiagge di Los Angeles e San Diego, Hollywood e i suoi divi, le immense autostrade, le rinomate Università, le foreste di sequoie e i deserti della valle della morte. Non tutti sanno però che la California è anche una grande potenza agricola mondiale. E' il primo stato degli USA per produzione e esportazione agricola. Produce di tutto per un valore (nel 2007) di 36.6 miliardi di dollari.

Ha 75.000 fattorie e ranch, meno del 4% del totale USA, ma produce più del 12% del valore totale. Le sue produzioni principali sono latte e panna, per 7 miliardi di dollari (il 22% della produzione USA). Segue l'uva con 3 miliardi. Il vino californiano ha fatto molta strada negli ultimi anni e ora ci sono delle ottime produzioni. Da poco ha anche iniziato a produrre olio extravergine di oliva e sono pronto a scommettere che rosicchierà mercato ai produttori storici mediterranei. Produce da sola più del 99% di fichi, olive, cachi, carciofi, mandorle, prugne secche, noci (e altro ancora) degli USA.

Viaggiando per le interminabili strade californiane è molto bello vedere cambiare le coltivazioni: si passa da Castroville (capitale mondiale del carciofo) all'aglio di Gilroy (sempre capitale mondiale) a Salinas (anche lei capitale mondiale, della lattuga iceberg questa volta)

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(scusate la foto schifosella, fatta dall'auto in viaggio verso Salinas)

Si vedono le vigne e le aziende vinicole delle contee di Sonoma e Napa. Accanto alle autostrade si possono vedere delle coltivazioni di pesche, susine, o pere biologiche

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e magari poco più avanti del mais OGM Roundup Ready 2 (qui gli agricoltori sono liberi di scegliere cosa e come coltivare e le associazioni degli agricoltori sono ben determinate a difendere questo diritto, a differenza che da noi)

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Ho potuto assaggiare molti prodotti acquistandoli nei  supermercati (di cui parlerò prossimamente) o al Farmer's Market di San Francisco

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Molte bancarelle vendevano prodotti biologici (organic, come li chiamano loro); dopotutto il biologico è nato qui…

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e sì, la pizza earth friendly consegnata a domicilio con una auto ibrida sinceramente la trovo un po' ridicola :-)

Frutta e verdura hanno un aspetto bellissimo

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Tutti ottimi prodotti, ma un po' costoselli rispetto ai prodotti convenzionali acquistabili al supermercato (ottimi pure quelli):  le ciliegie a 6.90$ la libbra (una libbra sono circa 450 grammi), le pesche e le susine a 3.90$ la libbra.

Ho persino trovato dei funghi biologici :-D

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Insomma, non ho dovuto pasteggiare ad Hamburger e bistecche tutti i giorni :-D . A mezzogiorno quasi sempre frutta e un panino fai da te (si trova del pane accettabile in California, ma i salumi erano rigorosamente italiani :mrgreen: )

A presto  Dario Bressanini

P.S. forse qualcuno si aspettava un mio intervento nella polemica sul biologico di cui ho letto qualche cosa (siano sempre benedetti i WiFi a libero accesso in USA). Non sono riuscito a recuperare l'articolo in questione per cui ne parlerò solo quando lo avrò letto, ma devo dire che mi ero già fatto l'idea, leggendo in passato altri lavori, che il biologico, in generale, non fosse nutrizionalmente superiore ai prodotti convenzionali. La variabilità statistica tra coltura e coltura e tra produttori diversi è molto elevata e quindi in generale non si può affermare nulla di significativo. Ho letto interventi, sulla stampa e nei blog, molto "buffi" (mettiamola così ;-) ) , anche da parte di chi dovrebbe sapere che cosa è una Systematic Review (come quella della FSA) e come funziona. Ho letto di complotti, di attacchi, di malafede. Tutte stupidaggini. Vorrei ricordare che l'onere nella prova, nella scienza, ricade su chi fa una affermazione. Il biologico è nutrizionalmente superiore? Dimostralo. Fuori i dati. Where is the beef?. Se in più di un decennio di studi non si è riusciti a dimostrare che sistematicamente il biologico è nutrizionalmente superiore ai prodotti convenzionali possiamo concludere (almeno per ora) che tra i due non ci sono differenze nutrizionali significative (in generale).
Ciò non toglie che può capitare un pomodoro bio con più vitamina C di uno convenzionale, ma anche grano bio con meno glutine di quello convenzionale.

Se lancio due dadi identici non mi aspetto certo che escano sempre gli stessi punti. Ma se ogni volta che il mio dado supera il tuo lo sbandiero ai quattro venti vantando una presunta "superiorità numerologica" del mio dado rispetto al tuo sto solo facendo propaganda (per vendere il mio dado, superiore al tuo).

Chi fa propaganda parte da una ipotesi in cui crede e cerca tutte le ricerche a favore dell'ipotesi, cercando di dimostrare la sua validità, evitando le ricerche a sfavore. Questa non è scienza.

Qualcuno dice "ma si dovrebbe anche andare a vedere altro, come i residui di pesticidi". Certo, si andrà a vedere anche quello, sempre dati alla mano, e ovviamente senza distinguere tra pesticidi "di sintesi" e quelli "naturali". Ma non si può andare avanti per anni a vantare superiorità nutrizionali e stupirsi se poi qualcuno va a vedere se effettivamente è così, e scopre che questa superiorità non è dimostrata.

Sostieni che esistono gli unicorni blu? Sta a te dimostrarlo. E' verissimo che "l'assenza della prova non è la prova dell'assenza" (degli unicorni blu in questo caso). Ma è altrettanto vero che l'assenza della prova non può servire per aumentare la nostra fiducia nell'esistenza degli unicorni blu.

Vi gira la testa? :lol: Figuratevi a me con nove ore di Jet Lag da fuso orario sul groppone :mrgreen: Mi fermo qui per ora, ma vi posso consigliare di fare un giro sull'ottimo e autorevole Blog di Ben Goldacre, Bad Science, autore anche dell'omonimo e bellissimo libro (compratelo; c'è anche tradotto in italiano). Per ora leggetevi il suo intervento sulla questione (cita anche il rapporto dell'Unione Europea citato in contrapposizione alla rassegna sistematica della FSA) e i vari commenti.


 
 

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