sabato 12 dicembre 2009

Un pranzo di Natale per sei persone con due capponi e 12 lire

 
 

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tramite Scienza in cucina di Dario Bressanini il 11/12/09

Gli articoli recenti in cui abbiamo parlato di come si mangiava una volta hanno riscosso molto interesse e curiosità. Nei commenti avevo promesso di pubblicare qualche menù d'annata che riguardasse il Natale, ed ecco che onoro la promessa.

1934

Le riviste di cucina sono solite, nel mese di dicembre, pubblicare dei menù natalizi. Nel 1934 la rivista La Cucina Italiana indisse un concorso per le lettrici chiedendo di stilare un menù natalizio per sei persone avendo a disposizione due capponi e 12 lire. Un Natale un po' in economia quindi, e le cose sarebbero peggiorate l'anno successivo con l'imposizione delle sanzioni all'Italia e l'arrivo dell'autarchia (la rivista negli anni successivi pubblicherà di conseguenza delle ricette adatte ai tempi di ristrettezze, come i "biscotti sanzionisti").

I menù proposti sono interessanti anche perché riportano il costo degli ingredienti.

Ecco il primo dei tre menù vincitori del concorso (come premio: un panettone e un astuccio da lavoro), in cui il cappone viene sfruttato sia per fare il brodo che come ingrediente principale delle pietanze:

  • Antipasto: capponi in maionese, guarniti
  • Minestra: tagliatelle con fegatini
  • Intermezzo di carne: tournados di cappone
  • Intermezzo di verdure: sedano dello sciatore
  • Arrosto: cappone arrosto con cavolfiore o polenta fritta
  • Frutta: arance deliziose

Ed ecco la lista della spesa con i relativi costi

spese-natale1934-1

(Qui e qui potete leggere direttamente alcune ricette se siete interessati a scoprire che cosa sono il "sedano dello sciatore" e i tournados)

Il secondo menù vincitore è composto da

  • Minestra di craffi in brodo di cappone
  • Cappone tonnato
  • Sformato con ragù di regalie
  • Petto di cappone coi tartufi
  • Insalata fresca
  • Frutta

Ed ecco la relativa lista della spesa

spese-natale1934-2

1953

Saltiamo ora di quasi venti anni e arriviamo nel 1953. La guerra è passata, le disponibilità economiche dell'italiano medio sono migliorate, ed ecco che compaiono nel menù vini diversi, da abbinare alle varie portate.

natale1953-1-550

1963

Ancora un salto di dieci anni ed arriviamo al dicembre del 1963 (quando sono nato io ;-) ). La rivista propone vari menus (come usava dire allora) per il pranzo di Natale e anche un menù per la sera della vigilia:menuvigilia63-290

"Alla vigilia è abitudine –un'igienica abitudine– fare un pranzo frugale; e tanto più consigliabile lo diviene per chi poi andrà alla Santa Messa di mezzanotte. Come prima portata vi suggeriamo un piatto tradizionale della cucina mantovana: i "tortelli i zucca" che vengono sempre serviti alla vigilia di Natale. Se voi non li conoscete vi diremo che sono squisiti!

Potete preparare il ripieno anche con due o tre giorni di anticipo: provate prima la qualità della zucca, per sincerarvi che sia effettivamente dolce e di buona pasta, altrimenti compromettereste la buona riuscita del piatto. Il giorno della vigilia, al mattino o, preferibilmente, al pomeriggio farete la sfoglia e preparerete i tortelli lasciandoli ben distesi su di un tavolo ricoperto da una tovaglia bianca; ricoprite poi anche i tortelli con un tovagliuolo, affinché la pasta non abbia a seccare.

La seconda portata l'acquisterete già pronta dal salumiere: vi abbiamo consigliato infatti i pesciolini in marinata, che potete sostituire con il più tradizionale capitone. I sedani fritti (acquistandoli badate che siano ben freschi e croccanti e non troppo fibrosi) necessiteranno sì tre ore di tempo, ma non saranno tre ore di intero lavoro, tranquillizzatevi, e non sono di difficile preparazione.

I formaggi (ma forse nessuno avrà più voglia per questi), il classico torrone e la frutta termineranno il pranzo serale."

Qui sotto potete vedere i quattro menus di Natale proposti, con i relativi abbinamenti enologici.

menunatale163-290menunatale263-290

menunatale363-290menunatale463-290

Chi di voi cucina il cappone per Natale? ;-)

A presto

Dario Bressanini


 
 

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